Vai al contenuto

Emissioni: 7 Paesi vogliono più tagli.

    Una stretta maggiore di quella che si starebbe profilando sulle emissioni di Co2, per combattere l’inquinamento e raggiungere gli obiettivi prefissati a livello comunitario. E’ ciò che hanno chiesto alla Commissione Europea, in una lettera congiunta, sette ministri dell’ambiente di Paesi Ue, Austria, Belgio, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Olanda e Slovenia.

    Decisione a giorni

    La Commissione Europea dovrebbe pronunciarsi l’8 di novembre, stabilendo nuovi limiti per le emissioni di Co2, per centrare l’obiettivo di ridurre del 40% le emissioni di gas serra nel vecchio continente nel periodo compreso tra il 1990 e il 2030.

    Secondo indiscrezioni riportate dalla Reuters, il “taglio” proposto per l’inquinamento dei gas di scarico delle automobili dovrebbe aggirarsi tra il 25% e il 35%. Nella loro lettera a Bruxelles, i ministri dei sette Paesi – la cui industria automobilistica è surclassata da quella dei grandi produttori continentali, Germania, Francia e Italia – lamentano una eccessiva prudenza da parte della Commissione e chiedono che il taglio non sia inferiore al 40%. “Senza una politica più aggressiva, si leggerebbe nel testo, l’Unione fallirà i propri obiettivi in questo campo”.

    Questione “quote” ancora aperta

    Secondo la Reuters, la proposta dell’Unione – contrariamente a quanto filtrato dagli stessi ambienti comunitari della capitale belga solo poche settimane fa – potrebbe prevedere l’introduzione di una quota obbligatoria di veicoli elettrici o elettrificati da immettere sul mercato, acquisendo così dei crediti sul totale delle emissioni.

    In questi giorni che precedono la decisione finale di Bruxelles, si infittiscono i colloqui tra i costruttori e i rappresentanti politici. Le Case hanno avvertito di essere favorevoli alla progressiva introduzione di veicoli a più basso impatto ambientale ma che la scelta finale dipende sempre dalla volontà dei consumatori e che una richiesta troppo dura da parte delle autorità politiche potrebbe avere ripercussioni negative sull’andamento del settore.

    Fonte: lautomobile.it