I pericoli da monossido e gas radon.
Gli esperti lo dicono da decenni: ci preoccupiamo troppo dei pericoli esterni e sottovalutiamo quelli delle nostre case, che spesso sono di gran lunga peggiori; in ambienti chiusi, infatti, l’inquinamento raggiunge facilmente contrazioni elevate, molto più che all’aperto.
Secondo l’OMS, il 40% dei materiali che abbiamo in casa emettono sostanze nocive per la salute (ndr. con la tecnica cradle to cradle, si eviterebbe l’utilizzo di sostanze nocive); già nel 1991 la Commissione Nazionale per l’inquinamento degli ambienti confinati, diretta dal famoso oncologo Umberto Veronesi, aveva lanciato l’allarme, che però è rimasto quasi inascoltato.
Su Ecocentrica, invece, ultimamente ne abbiamo parlato spesso: abbiamo visto quali sono i rischi maggiori, vi ho raccontato del mio test con Nuvap, startup italiana che ha creato un dispositivo in grado di misurare autonomamente i livelli di inquinanti nelle abitazioni, e abbiamo approfondito il pericolo polveri sottili e formaldeide, causati spesso da detersivi chimici, deodoranti per ambiente, vernici e arredi.
Oggi parleremo invece di alcuni gas che, spesso inconsapevolmente, ospitiamo nelle nostre case.
Uno di questi è il monossido di carbonio, forse il più conosciuto: durante l’inverno, i decessi per avvelenamento riempiono le pagine di cronaca nera. Questo perché viene prodotto principalmente dalle fonti di combustione(caldaie, scaldabagno, caminetti, stufe a legna o a gas) quando l’aspirazione non funziona correttamente; in spazi chiusi, senza ventilazione, si accumula facilmente, raggiungendo concentrazioni molto elevate.
Lo chiamano il “killer silenzioso”: inodore, incolore e insapore, viene inalato senza che sia possibile rendersene conto; riduce la capacità di assorbire ossigeno, danneggiando i tessuti, con conseguenze a volte letali. I primi sintomi da avvelenamento sono mal di testa, capogiri, confusione mentale, nausea, ma ad alte concentrazioni causa la morte per asfissia.
Come si legge su sito del Ministero della Salute, in Italia le statistiche riportano circa 500-600 morti l’anno per avvelenamento da monossido di carbonio, anche se si tratta di un numero sottostimato, perché non viene sempre diagnosticato.
In merito alla presenza di monossido, dal Report di Nuvap ho ricevuto un’ottima valutazione: in casa mia è praticamente assente. Per prevenire il rischio, è fondamentale prima di tutto sottoporre tutti gli impianti di riscaldamento a regolari controlli di manutenzione; anche un apparecchio che rivela la presenza di monossido nell’aria può essere utile.
Se il danno è fatto e vi accorgete che c’è già una fuoriuscita, cambiate immediatamente l’aria, aprendo porte e finestre; allontanatevi dall’area contaminata e, se presentate qualcuno dei sintomi descritti sopra, recatevi al Pronto Soccorso. Infine, dovrete chiamare un esperto che provvederà a bonificare l’aria.
Se però il monossido è, per lo meno, un nemico conosciuto, pochi invece conoscono i rischi da Gas Radon. Si tratta di un gas radioattivo, naturalmente presente in natura, prodotto da rocce, lava, tufo; sono contaminati soprattutto i materiali da costruzione, perciò gli edifici più a rischio sono quelli costruiti in pietra, come il granito, oppure su suoli di origine vulcanica, ma si può trovare anche nei marmi.
Può contaminare anche le falde acquifere e si infiltra molto facilmente, tendendo ad accumularsi negli ambienti chiusi: il livello di concentrazione dipende da molti fattori, come il numero di ricambi d’aria, ma facilmente diventa molto elevato.
Un’indagine nazionale ha svelato come la sua presenza sia allarmante in molti edifici e scuole, in Italia molto più che in altri Paesi; negli Stati Uniti, poi, hanno dato un nome ai disturbi tipici causati dalla sua inalazione: la chiamano “Sindrome da edificio malato”, che comporta sintomi come nausea, irritazioni, dolori articolari, mal di testa.
I danni maggiori però sono quelli ai polmoni. Il Radon è classificato come cancerogeno del gruppo 1 (ovvero le sostanze sicuramente cancerogene per l’uomo) da IARC; secondo l’OMS è la seconda causa di tumore ai polmoni, dopo il fumo di sigaretta, rappresentando dal 5 al 20% di tutti i casi: vi si possono attribuire dai 1.500 ai 5.500 casi di cancro all’anno, solo in Italia.
Inodore e incolore, è impossibile da percepire: occorrono strumentazioni apposite. Il dispositivo di Nuvap, tra gli altri inquinanti, ha rilevato anche le concentrazioni di gas radon, che fortunatamente in casa mia sono molto basse.
Ma se i livelli fossero invece preoccupanti, come difendersi? Sicuramente, il primo consiglio è quello di aprire spesso le finestre, anche in inverno, per favorirne la dispersione.
Poi, tutto dipende dall’edificio, dalla zona in cui è situato, dal tipo e dagli anni che ha; la cosa migliore è rivolgersi ad aziende specializzate, che si occuperanno di una valutazione del rischio e ad elaborare la strategia migliore, ad esempio sigillando tutte le vie d’ingresso o sostituendo i materiali con altri isolanti.
Non preoccupatevi, di solito i costi di queste operazioni sono sostenibili; e comunque, la salute non ha prezzo, giusto?
Fonte: ecocentrica.it